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Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica
Federparchi

I parchi, scrigni di cultura

L'esperienza innovativa e di successo della conservazione e valorizzazione del patrimonio storico-artistico da parte delle aree protette del Libro Bianco "Parchi e Cultura 2009"

26 Novembre 2009

I parchi naturali, luoghi di incontaminata bellezza e meta di vacanze per milioni di persone, custodiscono, insieme a quello ambientale, uno straordinario patrimonio culturale fatto di testimonianze storico-artistiche, ma anche di beni immateriali. Proprio lo strettissimo rapporto tra natura e cultura fa del nostro paesaggio un unicum dal valore inestimabile spesso, però, minacciato da ambizioni speculative e dalla scarsità delle risorse per la tutela e la gestione.

Alla ricchissima e variegata realtà delle 1144 aree protette italiane è dedicato il PDF Libro Bianco "Parchi e cultura 2009", l'indagine condotta da Federculture e Federparchi presentata oggi a Roma, che, attraverso cifre, dati e testimonianze, si propone di evidenziare il prezioso lavoro che i parchi svolgono quotidianamente in un'Italia spesso considerata "minore", con intuizioni talvolta di grande originalità, per la difesa delle mille realtà che arricchiscono la storia e il futuro culturale del Paese.

Al centro del volume il tema dell'integrazione tra ambiente e patrimonio culturale, testimoniata dal fatto che al loro interno i soli Parchi Nazionali ospitano oltre 1.700 centri storici, circa 150 musei, quasi 300 tra castelli, rocche e fortificazioni, circa 200 siti archeologici e quasi 300 edifici di culto tra santuari, monasteri e chiese rurali, oltre 70 ville antiche. Un fenomeno che interessa la quasi totalità del territorio nazionale visto che il 33% dei Comuni italiani ha parte del proprio territorio interessato da un parco; percentuale che sale al 68% se si considerano i piccoli Comuni con meno di 5.000 abitanti.

I parchi rappresentano, dunque, un fondamentale strumento di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e sociale del nostro Paese e possono costituire utili modelli di gestione. Dal Libro Bianco emerge che, dal 2003 al 2007, i parchi sono riusciti a migliorare le proprie capacità di autofinanziamento del 50%. Più di un terzo di queste risorse viene investito direttamente sul territorio e una parte consistente è destinata proprio ai beni storico-artistici. Oltre a contribuire "quantitativamente" alla tutela del patrimonio culturale, i parchi si distinguono per l'originalità delle soluzioni individuate, come la forte capacità di operare in stretta relazione con gli altri soggetti, pubblici e privati, presenti sul territorio: il 41% degli interventi di tutela del patrimonio artistico e culturale promossi dalle aree protette è realizzato in co-progettazione con le amministrazioni comunali, mentre le attività di promozione e valorizzazione sono organizzate per il 35% in collaborazione con gli altri enti locali. Anche la capacità di dialogo con le Soprintendenze (29% degli interventi in collaborazione) e le altre istituzioni culturali pubbliche e private (13% delle attività in comune) risulta particolarmente significativa. Grazie a queste soluzioni strategiche adottate, le aree protette hanno saputo coniugare tutela del patrimonio ambientale e culturale e sviluppo economico, dimostrando anche la capacità di ottimizzare le risorse economiche disponibili.

Quello ambientale, come altri settori, si confronta, infatti, con una ridotta capacità di investimento pubblico: la Finanziaria 2009 ha stanziato 819 milioni di euro per la tutela dell'ambiente terrestre e marino, gli interventi in campo energetico e l'attuazione del Protocollo di Kyoto, vale a dire il 2,4% dell'ammontare complessivo della manovra (33,6 miliardi di euro). Ma, considerando l'effettiva quota riservata all'ambiente, il finanziamento si riduce a 528 milioni, pari ad un esiguo 1,5%. Peraltro, nel triennio 2009-2011 tali finanziamenti subiranno un taglio strutturale in termini reali del 52%.

In particolare, le risorse pubbliche (Stato e Regioni) impegnate per le aree protette ammontano a 240 milioni di euro. Una volta distribuiti significa che i parchi nazionali dispongono in media di 38 euro per ettaro (la metà di quelli di cui dispongono, ad esempio, in Spagna), mentre quelli regionali di 95 euro.

A fronte di queste risorse le ricadute sul territorio parlano di un giro d'affari annuo complessivo di circa 2 miliardi di euro, con 86.000 occupati (4.000 diretti, 17.000 nell'indotto dei servizi, 65.000 nell'indotto del turismo, dell'agricoltura, dell'artigianato, del commercio), 2.450 centri visita, strutture culturali e aree attrezzate e circa 34 milioni di visitatori l'anno. Quello del turismo naturalistico è un settore che, nonostante la crisi, ha continuato a crescere: nel 2008 le presenze negli esercizi ricettivi delle aree protette sono aumentate dell'1,79%, mentre il fatturato del comparto, che supera i 9 miliardi di euro, è pari a circa il 9% del fatturato nazionale complessivo del settore turistico e ha registrato, rispetto all'anno precedente, un incremento del 3%.

L'integrazione tra natura e cultura può rivestire un ruolo strategico nello sviluppo di politiche di valorizzazione territoriale, all'insegna della qualità e delle specificità culturali locali, per costruire progettualità comuni di futuro sostenibile.

L'esperienza maturata dagli enti gestori delle aree naturali protette italiane, raccolta nel Libro Bianco, testimonia l'importante lavoro svolto dai parchi italiani in questi ultimi anni, soprattutto alla luce dei nuovi scenari globali che aprono la strada ad un'economia sempre più attenta alle tematiche ambientali ed alla sostenibilità in molti processi produttivi e gestionali.

Il Libro Bianco è disponibile in formato pdf sul sito della Federparchi:

PDF https://www.parks.it/federparchi/pdf/LibroBiancoWeb.pdf