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Capreolus capreolus ssp. italicus


Non ApplicabileCarente di DatiMinor PreoccupazioneQuasi MinacciataVUIn PericoloIn Pericolo CriticoEstinta nella RegioneEstinta in Ambiente SelvaticoEstinta

Tassonomia

RegnoPhylumClasseOrdineFamiglia
ANIMALIACHORDATAMAMMALIACETARTIODACTYLACERVIDAE

Nome scientificoCapreolus capreolus ssp. italicus
DescrittoreFesta, 1925
Nome comuneCapriolo italico
Note tassonomicheGli studi su questa sottospecie sono ancora incompleti ma la sua validità sembra molto probabile.

Informazioni sulla valutazione

Categoria e criteri
della Lista Rossa
Vulnerabile (VU) D2
Anno di pubblicazione 2013
AutoriFrancesco Riga, Stefano Focardi
RevisoriUZI, Atit
CompilatoriCarlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
Razionale Il capriolo italico è suddiviso in 4 località distinte che supportano popolazioni stabili. In altre due località sono stati effettuati interventi di reintroduzione, ma le popolazioni sono ancora molto piccole e sotto una soglia di sicurezza per essere considerate vitali nel medio termine. Le popolazioni di Casterlporziano e del Pollino sono minacciate, quelle del Gargano e della Toscana meridionale non appaiono soggette a minacce di rilievo (quest'ultima è aumentata notevolmente negli ultimi anni). Nel complesso la sottospecie è valutata Vulnerabile (VU) perché presente in meno di 4 locations. E' possibile che in futuro, con l'espansione delle piccole popolazioni recentemente reintrodotte, la valutazione dello stato di rischio possa essere rivalutata.

Areale Geografico

DistribuzioneEndemismo italiano. Toscana meridionale, prevalentemente in provincia di Grosseto e Siena. Occasionale nel Lazio ai confini con la Toscana nelle province di Viterbo e Roma. Tenuta Presidenziale di Casterporziano (circa 60 km2), Gargano (circa 110 km2), Boschi di Orsomarso e Pollino (circa 1000 km2). Popolazioni reintrodotta sui Monti della Tolfa, nel Parco Nazionale del Cilento, nel Parco Nazionale dell'Aspromonte, nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.

Popolazione

PopolazioneToscana meridionale: non esistono stime separate per caprioli italici e non italici. Si presumono densità maggiori di 10 capi/ 100 ha. Castelporziano: densità stimata di 1-3 capi / 100 ha; negli anni passati ha subito un forte declino forse per competizione con il daino; attualmente la popolazione è in ripresa (130 capi), anche grazie al contenimento delle altre specie di Ungulati presenti nella Tenuta. Stima massima per il Gargano di 784 individui nel 2010. Nel Pollino (versante occidentale) il capriolo ha incrementato la sua distribuzione del 100% tra il 1994 ed il 2004 (ISPRA 2010, Banca Dati degli Ungulati Italiani). Siena: la densità della specie stimata tramite i conteggi notturni condotti in autunno nelle ZRC tra il 1987 e il 2005 risulta tendenzialmente in crescita.
Tendenza della popolazioneIn aumento

Habitat ed Ecologia

Habitat ed Ecologia L'ambiente ottimale per questa specie è costituito dalle zone di ecotono, oppure anche da boschi di latifoglie molto ricchi di sottobosco e radure, con eventuali coltivi a poca distanza dai margini. Il tipo di habitat frequentato è molto vario e può andare dalla pianura coltivata, alla macchia mediterranea fino alle aree montane dell'Italia centro-meridionale (Focardi et al. 2009).
AmbienteTerrestre

Minacce

Principali minacce Per le popolazioni di Capriolo italico dell'Italia centrale (Toscana) il rischio principale è la perdita di identità genetica causata dall'incrocio con il Capriolo europeo, per la popolazione del Gargano e per quella di Castelporziano la minaccia maggiore è rappresentata proprio dall'isolamento geografico (e quindi riproduttivo), i cui effetti sono particolarmente temibili, in quanto associati alle limitate dimensioni delle popolazioni (Focardi et al. 2009). Per le popolazioni del Pollino le principali minacce sono bracconaggio, cani vaganti, competizione con ungulati domestici.

Misure di conservazione

Misure di conservazione Completato il Piano d'azione nazionale (Focardi et al. 2009). Elencata in appendice III della Convenzione di Berna e inclusa in aree protette. Le popolazione soggette a prelievo sono monitorate e si realizzano piani di abbattimento.

Bibliografia

Boitani, L., Lovari, S. & Vigna Taglianti, A. (2003), Fauna d'Italia, Mammalia III: Carnivora - Artiodactyla Calderini, Bologna

Focardi, S., Montanaro, P., La Morgia, V. (2009), Piano d'azione nazionale per il capriolo italico (Capreolus capreolus italicus). Quad. Cons. Natura, 31. Min. Ambiente - ISPRA pp. 172

ISPRA (2010), Banca Dati degli Ungulati Italiani


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