Crocidura sicula
Tassonomia
Nome scientifico | Crocidura sicula |
Descrittore | Miller, 1901 |
Nome comune | CROCIDURA DI SICILIA |
Informazioni sulla valutazione
Categoria e criteri della Lista Rossa | Minor Preoccupazione (LC)
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Anno di pubblicazione | 2013
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Autori | Gianni Amori, Maurizio Sarà
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Revisori | UZI, Atit
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Compilatori | Carlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
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Razionale | Classificata specie a Minor Preoccupazione (LC) perché, sebbene sia endemica della Sicilia e delle isole circostanti, è relativamente diffusa nel suo areale e non sembra al momento soggetta a serie minacce.
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Areale Geografico
Distribuzione | Specie endemica mediterranea, ristretta all'arcipelago siculo-maltese. Presente nell'intera Isola della Sicilia, nelle isole Egadi (Levanzo, Marettimo, Favignana) ad Ustica ed a Gozo, mentre si sarebbe estinta in tempi storici a Malta (M. Sarà in Amori et al. 2008). Distribuzione mappata in Ckmap (Ruffo & Stock 2005).
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Popolazione
Popolazione | I dati di trappolamento indicano che la specie raggiunge densità molto più basse delle altre crocidure (Sarà & Zanca in AA. VV. 2008). In Sicilia la densità è piuttosto bassa e varia da una-due (querceti termofili) a quattro-cinque coppie per ettaro (macchie basse a cisto ed erica) (M. Sarà in Amori et al. 2008). Si tratta comunque di una specie distribuita in vari ambienti di tutta la Sicilia. Le popolazioni delle piccole isole (Egadi, Gozo) hanno in genere dimensioni minore di quelli siciliani. La popolazione di Ustica è una forma melanica che potrebbe essere geneticamente distinta dalle altre (Sarà & Vitturi 1996).
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Tendenza della popolazione | Unknown |
Habitat ed Ecologia
Habitat ed Ecologia | La Crocidura di Sicilia è diffusa in tutti gli ambienti siciliani, dal livello del mare fino a circa 1600 m slm (Etna, Madonie, Nebrodi), dove si rinviene anche in inverno. Con maggior frequenza è stata rinvenuta in stazioni di latifoglie mesofile, rispetto a quelle termofile. Si conferma una relativa preferenza per gli ambienti meno aridi. Tutte le stazioni, a prescindere dall'altitudine e dall'esposizione, che hanno uno strato spesso ed intricato di vegetazione erbacea e arbustiva sono quelle più frequentate (M. Sarà in Amori et al. 2008).
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Ambiente | Terrestre
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Altitudine (metri sopra il livello del mare) | Max: 1600 m
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Minacce
Principali minacce | Lo status della specie è poco noto, anche se le dimensioni della Sicilia dovrebbero escludere, almeno per ora, pericoli immediati di scomparsa; differente è il livello di vulnerabilità nelle piccole isole circumsiciliane, ove le locali popolazioni, presumibilmente esigue, andrebbero attentamente tutelate. Recenti osservazioni desterebbero preoccupazioni per la popolazione di Ustica non più rinvenuta in alcune stazioni (Sarà comm. pers.). L'agricoltura intensiva e l'uso di biocidi possono essere un fattore limitante la sua presenza e densità. Sparisce dagli ambienti della macchia mediterranea incendiati, ma li ricolonizza dopo 30-36 mesi (Milazzo 2006). Il cambio climatico e la conseguente enorme diffusione degli incendi come negli ultimi anni potrebbero costituire una seria minaccia per questa specie nei prossimi anni.
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Misure di conservazione
Misure di conservazione | Inclusa nell'appendice III della Convenzione di Berna. Specie non cacciabile secondo la legge italiana 157/92. Considerata Least Concern dallo European Mammal Assessment (IUCN 2008).
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Bibliografia
Amori, G., Contoli, L., Nappi, A. (2008), Fauna d'Italia, Mammalia II: Erinaceomorpha, Soricomorpha, Lagomorpha, Rodentia Calderini, Bologna
Milazzo, A. (2006), La perturbazione da incendio nella comunità di vertebrati terrestri dei boschi Mediterranei. Tesi di DottoratoUniversità degli Studi Palermo
Ruffo, S. & Stock, F. (2005), Checklist e distribuzione della fauna italiana Memorie dei Museo Civico di Storia Naturale di Verona - 2. Serie Sezione Scienze della Vita
Sarà, M., Zanca, L. (2008), Toporagno di Sicilia Crocidura sicula Miller, 1900. in AA.VV. Atlante della Biodiversità della Sicilia: Vertebrati terrestri. ARPA Studi e Ricerche
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