Sus scrofa
Tassonomia
Regno | Phylum | Classe | Ordine | Famiglia |
ANIMALIA | CHORDATA | MAMMALIA | CETARTIODACTYLA | SUIDAE |
Nome scientifico | Sus scrofa |
Descrittore | Linnaeus, 1758 |
Nome comune | Cinghiale |
Note tassonomiche | Ancora incerta e non completamente chiara risulta la sistematica a livello sottospecifico, ulteriormente complicata da due ordini di fattori legati alle attività umane: l' ibridazione delle popolazioni selvatiche con i conspecifici domestici e l' incrocio con forme evolutesi in aree geografiche differenti ed introdotte dall' uomo in zone estranee al loro areale originario. È stato verificato, in ambito europeo, un cline nella dimensione media dei soggetti delle diverse popolazioni lungo un gradiente geografico da nord-est a sud-ovest, spiegabile soprattutto in base alle diverse condizioni ecologiche. Le incertezze sul reale significato sistematico delle 16 sottospecie generalmente riconosciute fanno sì che attualmente ci si limiti ad individuare 4 informali raggruppamenti geografici regionali (razze occidentali, comprendenti le sottospecie europee, razze indiane, orientali e indonesiane), nei quali vengono inserite le varie sottospecie al fine di distinguerne determinate caratteristiche morfologiche (Carnevali et al. 2009). |
Informazioni sulla valutazione
Categoria e criteri della Lista Rossa | Minor Preoccupazione (LC) |
Anno di pubblicazione | 2013 |
Autori | Francesco Riga, Stefano Focardi |
Revisori | UZI, Atit |
Compilatori | Carlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili |
Razionale | Specie molto abbondante e probabilmente in espansione, dannosa per l'agricultura a causa della sua alta densità di popolazione. Per queste ragioni la specie viene valutata A Minor Preoccupazione (LC). |
Areale Geografico
Distribuzione | Il Cinghiale è oggi l'Ungulato più diffuso in Italia, sia in termini distributivi che di consistenza. L'areale si estende per circa 190.000 Km2, pari al 64% del territorio italiano. Il Cinghiale è diffuso, senza soluzione di continuità, dalla Valle d'Aosta sino alla Calabria, in Sardegna, in Sicilia, Elba ed alcune piccole isole come frutto di immissioni assai recenti e, con modalità più frammentarie e discontinue, in alcune zone prealpine e dell'orizzonte montano di Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli (Carnevali et al. 2009). |
Popolazione
Popolazione | Attualmente il Cinghiale è abbondante e mostra un'evidente tendenza all'incremento numerico e all'espansione dell'areale. Tuttavia, il quadro relativo alle conoscenze circa le densità e l'evoluzione delle diverse popolazioni italiane rimane tuttora alquanto carente. Secondo una stima orientativa e largamente approssimata sul territorio nazionale sarebbero presenti non meno di 900.000 capi (ISPRA 2010, Banca Dati degli Ungulati Italiani). Nel settore centrale dell'arco alpino la presenza rimane discontinua e frammentata in nuclei più o meno numerosi. La presenza a macchie di leopardo in molte aree alpine è la conseguenza di immissioni abusive, purtroppo ancora largamente in uso. Da una recente indagine (Monaco et al. 2007) emerge come immissioni di tipo illegale (probabili o accertate) sono segnalate nel 40% delle province alpine. |
Tendenza della popolazione | In aumento |
Habitat ed Ecologia
Habitat ed Ecologia | Specie particolarmente adattabile: infatti, occupa aree intensamente antropizzate dei primi rilievi collinari agli orizzonti schiettamente montani. La sua distribuzione geografica sembra limitata solo dalla presenza di inverni molto rigidi, caratterizzati da un elevato numero di giorni con forte innevamento o da situazioni colturali estreme con totale assenza di zone boscate, anche di limitata estensione, indispensabili come zone di rifugio. L'optimum ecologico sembra rappresentato dai boschi decidui dominati dal Genere Quercus alternati a cespuglieti e prati-pascoli (L. Pedrotti & S. Toso in Spagnesi & Toso 1999, M. Apollonio in Boitani et al. 2003). |
Ambiente | Terrestre |
Minacce
Principali minacce | Non sussistono minacce per questa specie. |
Misure di conservazione
Misure di conservazione | Presente in numerose aree protette. Recentemente è stato pubblicato un documento (Monaco et al. 2003) contenente linee guida per la gestione della specie a livello nazionale. Valutata Least Concern dallo European Mammal Assessment (IUCN 2007). |
Bibliografia
Boitani, L., Lovari, S. & Vigna Taglianti, A. (2003), Fauna d'Italia, Mammalia III: Carnivora - Artiodactyla Calderini, Bologna Carnevali, L., Pedrotti, L., Riga, F., Toso, S. (2009), Banca Dati Ungulati: Status, distribuzione, consistenza, gestione e prelievo venatorio delle popolazioni di Ungulati in Italia. Rapporto 2001-2005. Biol. Cons. Fauna n.117: pp. 1-168 ISPRA (2010), Banca Dati degli Ungulati Italiani Monaco, A., Carnevali, L., Riga, F., Toso, S., (2007), Il Cinghiale sull'arco alpino: status e gestione delle popolazioni. In Heidi C. Hauffe, Crestanello B., Monaco A. (Eds.) Il Cinghiale sull'arco alpino: status e gestione.Centro di Ecologia Alpina Monaco, A., Franzetti, B., Pedrotti, L., Toso, S. (2003), Linee guida per la gestione del cinghiale. Ministero Politiche Agricole e Forestali Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica.Documenti tecnici pp. 114 Pedrotti, L., Dupré, E., Preatoni, D., Toso, S. (2001), Banca Dati Ungulati: status, distribuzione, consistenza, gestione, prelievo venatorio e potenzialità degli Ungulati in Italia. Biol. Cons. Fauna n.109: pp. 1-132 |