L’impatto del Covid sulle attività globali di Conservazione
Ricerca del Fondo per la Conservazione delle Specie MBZ, rilanciata da Razan Al Mubarak, candidata presidente della IUCN
07 Agosto 2020
La pandemia da Covid 19 e il conseguente lockdown hanno pesantemente influito negativamente sulle attività di conservazione naturalistica, in particolare sulle azioni di conservazione delle specie e degli habitat a rischio. E' quanto emerge da un ricerca realizzata da "Fondo per la protezione delle specie Mohammed Bin Zayed" ai cui vertici vi è Razan Al Mubarak, candidata alla presidenza internazionale della IUCN, che sarà rinnovata nel corso del prossimo Congresso che si svolgerà in Francia ai primi del 2021. Il report, rilanciato dalla stessa Razan Al Mubarak, si basa su oltre trecento interviste a soggetti che agiscono nel settore della conservazione distribuiti in ottantacinque paesi.
L'83% degli intervistati sostiene che la pandemia ha impedito di svolgere importanti interventi sul campo; Il 70% afferma che le azioni di conservazione sono state sospese o rinviate; per il 22% la propria organizzazione sta pianificando tagli al personale e quindi alle attività. Il 66% delle risposte parlano di effetti negativi della pandemia sul funzionamento della propria organizzazione e il 58% registra specifiche difficoltà finanziarie.
Molti intervistati hanno espresso preoccupazione per un aumento delle minacce alle specie e agli habitat a seguito della pandemia, aumento dovuto soprattutto ad un allentamento dei controlli, al calo delle presenza turistiche e ad un incremento del bracconaggio e della caccia come conseguenza del peggioramento delle condizioni economiche delle comunità.
"Il report dimostra come vi sia stato un calo nella tutela della biodiversità a seguito della pandemia – afferma Razan Al Mubarak – la comunità di coloro che si occupano di conservazione deve fare uno sforzo unitario e chiedere con urgenza un "Recovery plan" per la natura, con lo scopo di fornire di adeguate risorse finanziarie le iniziative per la conservazione, non solo per farle ripartire ma per dare loro un nuovo slancio nel lungo periodo."
Il campione delle interviste è composto dal 33% di ONG, 33% università, 10% agenzie governative, 20% organizzazioni indipendenti per la conservazione; 4% altre tipologie.
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