Plecotus auritus
Tassonomia
Regno | Phylum | Classe | Ordine | Famiglia |
ANIMALIA | CHORDATA | MAMMALIA | CHIROPTERA | VESPERTILIONIDAE |
Nome scientifico | Plecotus auritus |
Descrittore | (Linnaeus, 1758) |
Nome comune | Orecchione bruno |
Informazioni sulla valutazione
Categoria e criteri della Lista Rossa | Quasi Minacciata (NT) |
Anno di pubblicazione | 2013 |
Autori | Paolo Agnelli, Adriano Martinoli, Danilo Russo, Dino Scaravelli |
Revisori | GIRC |
Compilatori | Carlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili |
Razionale | Localmente frequente, soprattutto in aree caratterizzate da bosco maturo. Si sospetta un declino della popolazione che può avvicinare al 30% in 30 anni (3 generazioni) causato dalla scomparsa del bosco maturo. Per queste ragioni la specie è valutata Quasi Minacciata (NT). |
Areale Geografico
Distribuzione | In Italia la specie è attualmente nota solo per le regioni settentrionali e centrali, nonché per la Campania e per la Sardegna (B. Lanza & P. Agnelli in Spagnesi & Toso 1999, Lanza 2012). Distribuzione mappata in Ckmap (Ruffo & Stock 2005). |
Popolazione
Popolazione | Localmente frequente, soprattutto in aree caratterizzate da bosco maturo. Si sospetta un declino della popolazione che può avvicinare il 30% in 30 anni (3 generazioni) causato dalla scomparsa del bosco maturo. |
Tendenza della popolazione | In declino |
Habitat ed Ecologia
Habitat ed Ecologia | Specie tipicamente boscherecciaì, abita i boschi radi di latifoglie ed aghifoglie, i parchi e i giardini di villaggi e città, ma, a differenza del Plecotus austriacus, non è altrettanto fortemente legata agli insediamenti umani; nettamente eurizonale, è stata trovata dal livello del mare a 2300 m sulle Alpi. Durante la buona stagione i rifugi, ivi compresi quelli delle colonie riproduttive, sono rappresentati dai cavi degli alberi, talora situati quasi al livello del suolo, e dai nidi artificiali, in ambedue i casi anche quando hanno l' apertura coperta da rami o fogliame; occasionalmente dalle fessure delle rocce; negli edifici frequenta i sottotetti, ove, almeno in certe regioni, occupa preferibilmente le crepe dei muri e interstizi vari piuttosto che gli spazi aperti, in gruppi di 5-10 (di rado 20-25) esemplari, anche in ciò differendo dal P. austriacus; questo, negli stessi ambienti, occupa infatti più di frequente gli spazi aperti e forma gruppi di regola più numerosi, di (5-10) 10-20 (30-40) esemplari. I quartieri d' inverno - ove gli animali si trovano per lo più isolati (soprattutto se maschi), di rado in gruppetti di 2-3, anche misti ad altre specie - sono rappresentati da cavità sotterranee naturali (grotte) o artificiali (miniere, cantine), raramente da cavi d' albero (purchè con pareti spesse) (B. Lanza & P. Agnelli in Spagnesi & Toso 1999, Lanza 2012). |
Ambiente | Terrestre |
Altitudine (metri sopra il livello del mare) | Max: 2000 m |
Minacce
Principali minacce | Cattiva gestione forestale e taglio dei vecchi alberi nei boschi maturi. |
Misure di conservazione
Misure di conservazione | Elencata in appendice IV della direttiva Habitat (92/43/CEE). Protetta dalla Convenzione di Bonn (Eurobats) e di Berna. Considerata Least Concern dallo European Mammal Assessment (Temple & Terry 2007). |
Bibliografia
Agnelli, P., Martinoli, A., Patriarca, E., Russo, D., Scaravelli, D. & Genovesi, P. (2004), Linee guida per il monitoraggio dei Chirotteri: indicazioni metodologiche per lo studio e la conservazione dei pipistrelli in Italia. Quaderni di Conservazione della NaturaMinistero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio - Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica "A. Ghigi", Roma GIRC (2004), The Italian bat roost project: a preliminary inventory of sites and conservation perspectives Hystrix, It. J. Mamm. pp. 55-68 Ruffo, S. & Stock, F. (2005), Checklist e distribuzione della fauna italiana Memorie dei Museo Civico di Storia Naturale di Verona - 2. Serie Sezione Scienze della Vita |