Stenella coeruleoalba
Tassonomia
Nome scientifico | Stenella coeruleoalba |
Descrittore | (Meyen, 1833) |
Nome comune | Stenella |
Informazioni sulla valutazione
Categoria e criteri della Lista Rossa | Minor Preoccupazione (LC)
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Anno di pubblicazione | 2013
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Autori | Caterina Fortuna, Stefania Gaspari, Giancarlo Lauriano
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Revisori | UZI, Atit
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Compilatori | Carlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
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Razionale | È la specie di delfino più abbondante del Mediterraneo e in acque italiane. Nonostante ciò, la specie continua ad essere minacciata dalle spadare illegali e dall'inquinamento da agenti chimici, ma data la mancanza di quantificazione del loro impatto a livello di popolazione, in Italia la specie viene classificata A Minor Preoccupazione (LC).
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Areale Geografico
Distribuzione | Si tratta del Delfinide più comune e abbondante in Mediterraneo e prevalentemente nelle acque a ovest della penisola italiana; assente in Adriatico settentrionale ma presente nell' Adriatico meridionale e nello Ionio.
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Popolazione
Popolazione | L'epizoozia del morbillivirus (1990-'92) ha ridotto la popolazione mediterranea di un terzo (Aguilar 2000) e, nonostante nella prima generazione delle tre considerate in questa valutazione le popolazioni di Stenella siano state duramente colpite anche dalle catture in reti spadare, è il Delfinide più abbondante in termini numerici con stime (non corrette per i tempi d'immersione) di quasi 90.000 individui tra il Santuario Pelagos e il Mar Tirreno centrale, 40.000 nel Tirreno meridionale, e 30.000 nel Mar Ionio (Lauriano et al. 2011) e oltre 20.000 in Adriatico meridionale (Fortuna et al. 2011).
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Tendenza della popolazione | Stabile |
Habitat ed Ecologia
Habitat ed Ecologia | Questa specie predilige un ambiente pelagico, caratterizzato da elevata produttività; è abbastanza raro osservarla vicino alla costa, ad eccezione delle zone di scarpata, come ad esempio il Mar Ligure.
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Ambiente | Marino
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Minacce
Principali minacce | La principale causa di mortalità per la stenella è stata la cattura accidentale in reti pelagiche derivanti (Aguilar, 2000). Nonostante i divieti di uso imposti dalla Unione Europea questa mortalità è continuata sino ad anni recenti (Cornax et al., 2006). Inoltre, elevate concentrazioni di inquinanti sono riscontrate negli esemplari mediterranei e ciò pone la specie a rischio tossicologico (Fossi et al., 2003).
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Misure di conservazione
Misure di conservazione | Elencata in appendice IV della direttiva Habitat (92/43/CEE), nella Convenzione di Barcellona e nell'accordo ACCOBAMS. Legalmente protetta a livello nazionale dagli anni '80 e internazionale e inclusa in numerose aree protette (Reeves & Notarbartolo di Sciara 2006).
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Bibliografia