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Federparchi

La pandemia frena anche le attività di tutela della natura

Numero speciale della rivista Parks-Iucn, Oberle: “grave il prezzo del Covid19 per la natura”

07 Aprile 2021

Più della metà delle aree protette dell'Africa e un quarto di quelle dell'Asia sono state costrette a fermare o ridurre le azioni di conservazione. Fra gli scritti nel nuovo numero della rivista PARKS anche il contributo di tanti esperti WWF.

La pandemia ha avuto un impatto significativo sulla conservazione della natura in tutto il mondo, compresa la perdita di posti di lavoro tra i ranger delle aree protette, la riduzione delle pattuglie anti-bracconaggio e i tagli alla protezione ambientale. A mostrarlo una raccolta di nuove ricerche pubblicate dall'IUCN  in un numero speciale di PARKS, la rivista dell'IUCN sulle aree protette, che deriva da un'iniziativa della Task Force COVID-19 e Aree Protette della Commissione Mondiale IUCN sulle Aree Protette.

"Sebbene la crisi sanitaria globale rimanga prioritaria, questa nuova ricerca rivela quanto sia grave il prezzo che la pandemia COVID-19 ha avuto sugli sforzi di conservazione e sulle comunità dedite alla protezione della natura. Non dimentichiamo che solo investendo in una natura sana possiamo fornire una solida base per il nostro recupero dalla pandemia ed evitare future crisi di salute pubblica", ha affermato il direttore generale dell'IUCN, il dott. Bruno Oberle.

Il numero della rivista  raccoglie saggi scritti da circa 150 autori, tra cui Yolanda Kakabadse, ex presidente del WWF; l'ex presidente della Colombia e vincitore del premio Nobel per la pace, Juan Manuel Santos; l'ex presidente dell'Irlanda ed ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Mary Robinson; il biochimico e vincitore del premio Nobel per la medicina, Sir Richard Roberts.

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