Lepus timidus
Tassonomia
Nome scientifico | Lepus timidus |
Descrittore | Linnaeus, 1758 |
Nome comune | LEPRE VARIABILE |
Informazioni sulla valutazione
Categoria e criteri della Lista Rossa | Minor Preoccupazione (LC)
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Anno di pubblicazione | 2013
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Autori | Francesco Riga, Valter Trocchi
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Revisori | UZI, Atit
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Compilatori | Carlo Rondinini, Alessia Battistoni, Valentina Peronace, Corrado Teofili
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Razionale | Seppure in lento declino in molte zone dell'areale alpino, la specie nel complesso appare tuttora stabile e pertanto viene valutata a Minor Preoccupazione (LC).
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Areale Geografico
Distribuzione | In Italia la Lepre bianca è distribuita sull' intera catena alpina con un areale relativamente continuo (M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999; V. Trocchi & F. Riga, 2005;). E' in continuità con la popolazione alpina oltre confine.
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Popolazione
Popolazione | La popolazione appare stabile o in alcuni casi in lento declino in molte zone dell' areale alpino. Considerata poco abbondante rispetto ad altre specie congeneri. Le densità sono si uno-due individui/100 ettari, con valori di quattro-sei/100 ettari nelle aree ottimali (V. Trocchi & F. Riga, 2005; F.M. Angelici & M. Spagnesi in Amori et al. 2008).
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Tendenza della popolazione | In declino |
Habitat ed Ecologia
Habitat ed Ecologia | La Lepre bianca è una tipica abitatrice delle foreste rade, dei cespuglieti e delle praterie di altitudine. Presenta un' ampia distribuzione verticale, compresa fra un' altitudine minima di 700 m ed una massima di 3700 m s.l.m.; di norma però la specie si osserva tra gli 800 ed i 2800 m s.l.m., con una netta preferenza per le fasce altitudinali comprese tra 1300 e 2000 m s.l.m. Frequenta le boscaglie e le brughiere, gli alti pascoli e la tundra alpina, spingendosi fino alla zona nivale, mentre scende anche in basso nella fascia forestale sia di conifere sia di latifoglie (M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999, V. Trocchi & F. Riga 2005)
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Ambiente | Terrestre
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Altitudine (metri sopra il livello del mare) | Max: 2800 m Min: 800 m
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Minacce
Principali minacce | L'impatto della caccia è notevolmente diminuito negli utlimi anni per la riduzione del numero dei cacciatori (M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999). Le attività turistiche potrebbero avere un limitato impatto, una minaccia più importante potrebbe essere costituita dall'erosione dell'habitat (V. Trocchi & F. Riga, 2005).
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Misure di conservazione
Misure di conservazione | Trattandosi di una specie caratterizzata da una sensibile selettività ambientale e da un tasso di natalità relativamente basso, nelle zone ove appare in declino l' unico provvedimento efficace risulta l' adozione del divieto di caccia (M. Spagnesi in Spagnesi & Toso 1999). Elencata in appendice V della direttiva Habitat (92/43/CEE). Presente in aree protette. Valutata Least Concern dallo European Mammal Assessment (IUCN 2007).
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Bibliografia
Amori, G., Contoli, L., Nappi, A. (2008), Fauna d'Italia, Mammalia II: Erinaceomorpha, Soricomorpha, Lagomorpha, Rodentia Calderini, Bologna
Trocchi, V. & Riga, F. (2005), I Lagomorfi in Italia. Linee guida per la conservazione e la gestione. Documenti tecniciMin. Politiche Agricole e Forestali Ist. Naz. Fauna Selvatica pp. 128
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